Spagnolo, Italiano e gli Accenti

L'altro giorno stavo parlando con José a proposito di un programma che faceva casino con le parole accentate.

In effetti a noi informatici non ci piacciono gli accenti, né la ñ (egne) spagnola, né qualsiasi altro carattere che non sia compreso nei 127 della tabella ASCII.

José mi faceva notare che "Una cosa es Título (nombre) y otra cosa es titulo (verbo), aunque entiendo que el lenguaje de Internet debería ser práctico", traduco: "Una cosa è 'Título' (nome proprio, in italiano è 'Titolo') e un'altra è 'titulo' (voce del verbo titular, in italiano è 'intitolare'), anche se capisco che il linguaggio di Internet dovrebbe essere pratico". E su questo ha pienamente ragione, gli accenti ci sono e quindi vanno usati, però la questione mi ha incuriosito.

In Italiano per esempio, una cosa è ancóra e un'altra è àncora però pochi scrivono gli accenti giá che non è obbligatorio scriverli perché "...tanto si capiscono dal contesto". Pensate che persino in un documento della Scuola Sottufficiali della Marina Militare, non si usa l'accento per "áncora". Documento che ho trovato in Internet (ndr: ovviamente, dopo tanti anni dalla pubblicazione di questo post, il documento non é piú reperibile) mentre stavo cercando qualcosa che mi dicesse come scrivere l'accento, ma non è stato facile perchè anche Google ignora gli accenti, le ñ (egnes), ecc... e invece di "àncora", quella della nave, trovavo solo link che parlavano di cose che "ancóra" stavano lì.

Insomma... quando si indica l'accento?

Riporto quello che dice l'Accademia della Crusca: "Quando si parla, l'accento si fa sentire in tutte le parole, perché tutte lo hanno, tranne rarissime eccezioni. Quando si scrive, non sempre c'è bisogno di segnare l'accento, anzi: i casi in cui è obbligatorio indicarlo sono pochi". In più abbiamo il problema di qual accento usare: l'acuto o il grave? Leggetevi l'articolo completo per sapere la risposta.

Quindi, se ho capito bene, lo Spagnolo ha meno parole accentate rispetto l'Italiano, usa solo l'accento acuto ma è sempre obbligatorio indicarlo. Mentre in Italiano tutte le parole hanno accento, che può esser acuto o grave, però non è obbligatorio indicarlo.

Credo che noi Italiani siamo un più aperti con la nostra lingua, e che non ha una gran importanza se ci dimentichiamo gli accenti o li scriviamo con caratteri inappropriati (es. piu'). Questa nostra attitudine deve essere dovuta alla nostra storia e cultura. Mentre gli Spagnoli han dominato buona parte del mondo per parecchi secoli e la loro lingua è stata ed è un riferimento per molti paesi, l'Italia invece è stata terra di conquista, dove son passati tutti... Francesi, Austro-Ungarici e anche Spagnoli. Dopo i Romani, il Latino non è più stato la lingua di riferimento, si è trasformato diventando "Volgare", si sono formati i dialetti o per meglio dire altre lingue dato che ognuna ha una sua propria grammatica. Pensate che se in Italia fossimo come i Baschi o i Catalani ogni regione reclamerebbe l'indipendenza solo per il fatto che si parla una lingua diversa, ci mancherebbe altro dopo tutto quello che han passato i nostri avi per unificar l'Italia! Sì, perché solo dopo che l'Italia torna ad esser "una ed una sola" impariamo l'Italiano, l'unica lingua comune che permette di farci capire tra di noi. Italiano che continua a cambiare e ad esser vivo, visto che integriamo con tanta facilità parole straniere, dalla più antica "sport" alla più moderna "computer", scritto e letto come in inglese (compiuter), mentre gli spagnoli preferiscono la traduzione "ordenador".

Mi piacerebbe sentire l'opinione di un esperto a riguardo, vi ricordo infatti che io sono solo un informatico e come ho detto in un mio articolo precedente ho sempre avuto un rapporto un pò difficile con la grammatica... qualunque lingua si tratti.

Infine vi aggiungo alcune frasi che ho trovato qua e là nella rete:

  • Mangia questa pèsca prima di andare a pesca
  • La bòtte rotta dal garzone che si e' preso poi belle botte
  • Il ministro che ha ritoccato le impòste, dove il colore ad olio s'era screpolato
  • Son cose che capitano: assente il capitano, il tenente capitanò l'assalto

Danilo